Maurizio Pasca, presidente dell’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo (Silb), è decisamente amareggiato ma promette battaglia. «Il governo si sta rendendo complice dell’abusivismo di settore. I ragazzi vanno in luoghi non controllati e fanno quello che vogliono. Il governo causerà l’aumento dei contagi a settembre, sarà il principale responsabile. Non si dica poi che è colpa delle discoteche se ci sarà una nuova impennata di casi» – ha spiegato Pasca all’AdnKronos – «Ma chi ci guida riflette sulle decisioni che prende? Draghi forse ha dei pregiudizi verso di noi, chiediamo di incontrarlo. Faremo ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Non ce la facciamo più, siamo sul lastrico».
Il presidente della Silb poi rincara la dose: «Ci sono 100.000 persone che da 18 mesi non percepiscono uno stipendio e non possono accedere agli ammortizzatori sociali. Perché Draghi tiene chiuse le discoteche? Hanno riaperto tutti tranne noi, ora basta. Vengano a vedere a Gallipoli quanti giovani fanno feste abusive, senza controlli. Ci stanno facendo impazzire, vogliono distruggere parte dell’economia sana di questo Paese».
Sono circa mezzo milione gli italiani, di ogni fascia di età (giovani e meno giovani) che, ormai in piena estate, dopo una chiusura ininterrotta di oltre un anno e mezzo, vorrebbero riprendere a scendere in pista, ed accanto a loro un’attività imprenditoriale, quella dei locali da ballo, con numeri alquanto considerevoli : 2.500 imprese, 50.000 dipendenti e un fatturato complessivo (per il 2019) di circa 5 miliardi di euro.
cit Leggo
Davanti alla decisione, deliberata dal Consiglio dei Ministri di mantenere chiuse le sale da ballo e locali assimilati a tempo “indeterminato”, molti gestori del settore hanno deciso, tramite l’Associazione Giustitalia, di impugnare davanti ai Giudici Amministrativi dei propri Tribunali Amministrativi Regionali (competenti territorialmente), il nuovo Decreto che sembra aver dimenticato completamente questo settore completamente fermo da marzo 2020.
“I gestori sono consapevoli che questo momento storico è alquanto particolare, ma prima o poi la vita riprenderà. E allora la gente si renderà conto che un terzo dei locali ha chiuso, forse per sempre, perché non ci sono aiuti dallo Stato. Chi esercita professionalmente attività imprenditoriale da ballo sono mesi e mesi che non ha entrate, a parte una piccolissima parentesi di luglio scorso, e deve (comunque) pagare gli affitti, i dipendenti, e ci sono famiglie che vivono su queste attività. E poi ci sono anche decine di migliaia di lavoratori stagionali che vivono di stipendi mensili ora azzerati: camerieri, dj, musicisti, addetti alla sicurezza, barman, personale dei locali, ballerini, imprese di spettacolo.”
Tramite più ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali, patrocinati dagli Avvocati dell’Associazione Giustitalia (www.associazionegiustitalia.it) , gli esercenti del settore chiedono alla Magistratura amministrativa l’annullamento del nuovo DPCM nella parte in cui impone il mantenimento della chiusura delle discoteche e dei locali da ballo all’aperto. “Nulla da dire invece, ovviamente con tutte le dovute precauzioni sanitarie, per l’obbligo di indossare la mascherina anche mentre si balla. Oltretutto – e non è cosa da poco – prevedere una riapertura molto lontana nel tempo e la conseguente privazione di luoghi che possono essere messi in sicurezza e controllati dalle F.O. potrebbe comportare il rischio concreto di “aggregazioni selvagge ed abusive” (soprattutto da parte dei ragazzi) in luoghi privati improvvisati senza alcuna sicurezza sanitaria e senza alcuna vigilanza.”
cit Gazzetta di Parma
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