Il Decreto Sostegni Ter di prossima pubblicazione sembra non prevedere quanto ci si era aspettati: non si parla di bonus per operatori dello spettacolo, nemmeno di sussidi per gli stagionali, nè tantomeno di reddito di emergenza o fondo perduto per le imprese che hanno arrestato la propria attività da fine dicembre, in primis quelle dello Spettacolo.
Le misure previste dal Decreto Sostegni Ter sono decisamente insufficienti rispetto alle aspettative, o meglio, alle esigenze di questa particolare platea di lavoratori che si è trovata bruscamente senza lavoro a partire dal periodo natalizio (che equivale per la stragrande maggioranza al periodo più proficuo dell’anno) ad oggi.
Sono quindi tante e accorate le richieste fatte al Governo dalle associazioni di categoria, alle quali si sono aggiunte le sollecitazioni fatte da M5S, Lega, Partito Democratico, in aggiunta all’intervento dell’ex premier Giuseppe Conte, affinchè venga stanziato a breve un nuovo scostamento di Bilancio che preveda nel Decreto Sostegni Quater nuovi bonus per lo spettacolo e per i lavoratori intermittenti e stagionali, che ripristini il Reddito di Emergenza e stanzi nuovi fondi perduti per una più ambia platea di imprese.
Secondo il SOLE 24 ORE questo dipenderà dagli esiti del elezioni del prossimo Presidente della Repubblica, non resta quindi che attendere febbraio. Certo, se si lavorasse l’attesa sarebbe meno estenuante.
Ad oggi 24 gennaio non ci sono nemmeno certezze sulla riaperture delle Discoteche, il piano di emergenza che ha imposto la loro chiusura fino al 31 gennaio sembra non essere stato prorogato, ma come al solito a chi lavora in questo settore non resta che alzarsi presto la mattina, come una gazzella, ed iniziare a correre prima che si svegli il leone, anzi che esca la Gazzetta Ufficiale, in modo da non trovarsi impreparato di fronte alle nuove normative.
Come se bastasse alzare la saracinesca del locale per riavviare un’attività che ha bisogno come tutte di programmazione e piani organizzativi accurati, per non doversi ritrovare, come è successo a molte, di dover chiudere per sempre.
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